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La fine della democrazia e l'ascesa del pensiero unico

Rete internazionaleLa fine della democrazia e l'ascesa del pensiero unico

Rete internazionale - 06 luglio 2023

Lo stato etico è definito come la forma istituzionalizzata dai filosofi Hobbes e Hegel, in cui l'istituzione statale è il fine ultimo verso cui devono tendere le azioni degli individui per la realizzazione di un bene universale.

   

Nel tempo, però, il concetto di Stato etico ha assunto una diversa composizione ed è arrivato ad assumere una dimensione totalitaria in cui il bene e il male sono il risultato di imposizioni indipendenti da quello che dovrebbe essere il contratto di base tra Stato e cittadino. Thomas Hobbes è considerato il padre della filosofia politica moderna con il suo allontanamento dal pensiero del mondo classico sulla socialità e la politica umana; Hobbes inaugura il metodo contrattualista dove gli uomini troveranno regole comuni sacrificando parte della loro libertà in cambio della tutela e del rispetto delle regole stabilite e farà riferimento ad un unico grande rappresentante istituzionale che definisce il Leviatano; in questo senso, Hobbes è definito come il principale teorico dello stato assoluto o assolutismo in cui il sovrano è considerato al di sopra della legge universale.

Dopo Hobbes, Hegel (illustrazione), il filosofo idealista, definisce lo Stato come una sostanza etica cosciente di sé; lo stato è l'espressione più alta dell'etica, una teoria che contrasta nettamente con il diritto naturale e il contrattualismo della moderna filosofia politica. Lo Stato, afferma Hegel, è la fonte della libertà e della norma etica per l'individuo, è il fine supremo e l'arbitro assoluto del bene e del male.

Tuttavia, lo stato hegeliano non è un vero stato assolutista e totalitario, ma un'unità organica vivente che deve adattarsi alle circostanze naturali mutevoli della società umana. Per Hegel lo stato etico è l'ultimo momento della mente soggettiva e oggettiva, Hegel afferma che la libertà è e rimane in ogni tempo la condizione storica della filosofia fin dall'antica Grecia. Per Hegel, la combinazione del bene comune e del bene personale deve trovarsi nello stato entro i limiti dovuti all'interazione degli individui. La posizione di Hegel fu poi contrastata dalla critica di Karl Popper, che definì lo stato etico come una società chiusa, in contrapposizione allo stato di diritto proprio di una società aperta.

La teoria dello stato etico è stata poi ripresa nel XX secolo per spiegare gli stati fascisti e comunisti, che in realtà erano stati totalitari nei quali le libertà individuali erano represse secondo le regole superiori del "Leviatano" di Hobbes.

Le successive costituzioni democratiche che hanno governato lo Stato di diritto fino al secolo scorso fondano la loro esistenza su un fragile equilibrio tra diritti e libertà, tra interesse generale e tutela delle minoranze che si oppone al pensiero unico.

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