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Le élite occidentali sono stufe di questa odiosa libertà di espressione

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Hashtable – 04 maggio 2023

In Francia, paese della Libertà e dei Diritti Umani, si può dire qualsiasi cosa purché sussurri ciò che potrebbe infastidire, e solo a orecchie che lo accettano.

   

Altrimenti, attiriamo grandi problemi: libertà e diritti umani, va bene, ma non insistere.

È così che apostrofare il Capo dello Stato rimproverandolo più o meno aspramente per la sua politica e per il modo in cui il suo governo gestisce gli affari correnti, non si vede molto bene e può anche portare in tribunale. Niente grida "Democrazia!" più forte. piuttosto che imprigionare chi non ti mostra rispetto, giusto?

Sì: mentre la libertà di espressione era una volta un pilastro delle democrazie, sembra che la Francia – che non si è mai davvero sforzata di essere particolarmente applicata – sia ora in prima linea nel far capire a tutti i suoi cittadini che la questione si porrà in termini molto diversi con il passare dei mesi.

È così che apprendiamo da fonti sempre meno ufficiose che con il pretesto di lottare contro l'odio online, il governo sta valutando sempre più seriamente misure coercitive per eliminare determinati utenti di Internet dai social network.

Certo, e come al solito, per far passare quello che appare sempre più un grave attacco costituzionale al diritto fondamentale di espressione, si tratterà di rivestire il provvedimento con un buon livello di sicurezza: per mantenere le reti proprie dei social su di loro, vieteremo gli stalker e altri criminali informatici. Basterà affidarsi alla nuova bordata di direttive e regolamenti attualmente in corso di applicazione in ambito europeo confezionata sotto il nome di “Digital Service Act”, un vasto raccoglitore di sicurezza dove tutto può essere pretesto per restringere e limitare gli arrivi e andate degli utenti europei di Internet.

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