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La falsa controffensiva e il rifiuto dei buoni uffici

VoltairenetLa falsa controffensiva e il rifiuto dei buoni uffici

Voltairenet - 21 giugno 2023

È un gioco da pazzi. Comunicazioni da Kiev dicono che il suo esercito ha lanciato una controffensiva da due settimane. Ma questo non corrisponde a ciò che si può vedere sul campo di battaglia.

   

Afferma inoltre di accogliere con speranza le due missioni di buoni uffici della Cina e dell'Unione Africana. Ma Volodymyr Zelensky ha interrotto le trattative che stava conducendo con Mosca e ha promulgato una legge che ne vietava la ripresa.

Secondo le autorità di kyiv, l'esercito ucraino avrebbe lanciato dall'8 giugno “una vasta controffensiva contro l'aggressore russo”. La controffensiva non esiste La letteratura militare preferisce parlare di controffensiva che di controffensiva. Il contrattacco consiste nell'approfittare delle momentanee debolezze del nemico per passare all'attacco. Pensiamo a Napoleone ad Austerlitz che fece ritirare alcune delle sue truppe per far cadere gli avversari in una trappola dalla quale uscì vittorioso. La scelta del termine "controffensiva" non è neutra. Si tratta di un dispositivo di comunicazione che suggerisce che i russi abbiano lanciato una "offensiva" per conquistare l'Ucraina. Inoltre, hanno combattuto all'aeroporto a nord della capitale, prima di ritirarsi. In realtà i russi non hanno mai provato a prendere Kiev e non vogliono invadere l'Ucraina. Così ha detto il loro presidente, Vladimir Putin, nella prima settimana della sua “operazione speciale”. Prendere un aeroporto militare, anche a nord di Kiev, è solo una battaglia per garantire la superiorità aerea dei russi. Ciò non indica che intendessero prendere la capitale. Anche l'espressione "operazione speciale" non è neutra. Mosca sottolinea così che non sta conducendo una guerra di invasione, ma sta attuando la sua "responsabilità di proteggere" le popolazioni oblate di Donetsk e Lugansk che dal 2014 sono ufficialmente oggetto di un'operazione punitiva da parte di Kiev. operazione speciale sarebbe come mettere in discussione l'operazione dell'esercito francese volta a porre fine ai massacri in Rwanda. Entrambe le operazioni speciali sono state autorizzate da risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Risoluzioni 929 del 22 giugno 1994 e 2202 del 17 febbraio 2015). Solo che la risoluzione su cui si basa Mosca non è stata presa in fretta. È quella che avalla gli accordi di Minsk e dà a Germania, Francia e Russia la possibilità di intervenire per farli rispettare.

 

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