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Francia — Consigli per resistere alle autorità in habitat leggeri

Nuovo mondoFrancia — Consigli per resistere alle autorità in habitat leggeri

Nuovo Mondo - 12 gennaio 2023

Sempre più persone che vivono in habitat leggeri o che hanno intenzione di farlo, si pongono domande sulle potenziali minacce amministrative e sui mezzi adeguati per farvi fronte.

   

Prima di entrare nel vivo della questione, Jonathan Attias riassume la legge e la sua applicazione. Prima del 2014, non esisteva uno statuto vero e proprio che spiegasse cosa siano gli alloggi leggeri. A partire dalla legge ALUR, la nozione di "residenza mobile" è stata definita. È un habitat che non ha impronta, cioè che non ha fondamenta, senza limiti dimensionali. Contrariamente a quanto immaginiamo con il termine "habitat leggero", possiamo avere abbastanza spazio e una yurta di 50 m2 per esempio.

La legge ALUR determina anche il quadro normativo che si applica alla residenza mobile, attraverso gli STECAL (settori di limitate dimensioni e capacità di accoglienza) che sono aree all'interno dei piani urbanistici locali che possono derogare alle aree edificabili tradizionali per consentire la realizzazione di alloggi leggeri installato lì.

Prima del 2014, gli STECAL potevano essere determinati solo dai municipi. Dalla legge ALUR e dalle ultime riforme territoriali le cose si sono fatte più complesse: se vuoi mettere uno STECAL in un comune, devi passare attraverso una commissione dipartimentale, la CDPENAF, e metterti d'accordo con tutto il circondario comuni, nell'ambito del piano urbanistico intercomunale locale.

Tutti quelli che vanno a bussare alla porta di un municipio per chiedere aiuto non devono aspettarsi che ti apra le braccia, perché ha perso il diritto di decisione. D'altra parte, si è guadagnata il diritto di denunciarti.

“I municipi oggi sono privati ​​di questo diritto di decidere. Quindi non vale la pena chiedere loro il permesso perché li mette in imbarazzo".

Jonathan Attias

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