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“Troppi alveari in città”. Quando aiutare le api le delude

Signor Globalizzazione“Troppi alveari in città”. Quando aiutare le api le delude

Signor Globalizzazione - 01 febbraio 2023

Api in città? Vediamo questo fenomeno svilupparsi sempre di più nelle aree urbane e, soprattutto, nelle imprese. Ma se l'inserimento delle arnie in città è partito da un intento ecologico volto a proteggere gli insetti impollinatori, oggi è molto contestato.

   

“Se l'ape scomparisse dalla superficie del globo, all'uomo rimarrebbero solo 5 anni di vita”. Questa citazione di Albert Einstein assume il suo pieno significato nell'attuale contesto ambientale. Mette inoltre in guardia sull'importanza di questi insetti insignificanti per molti di noi, ma in definitiva vitali per la sopravvivenza delle specie umane e non umane, nonché dei loro ecosistemi. Come possono esseri viventi così piccoli essere di tale grandezza di fronte alla crisi climatica che stiamo attraversando?

Le api sono nostre alleate

Gli impollinatori contribuiscono direttamente alla sicurezza alimentare, ci ricorda l'ONU attraverso il suo programma per l'ambiente. Se questa categoria include animali come scimmie, uccelli o roditori, è particolarmente nota per gli insetti.

Secondo gli esperti di apicoltura dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura: il 75% della produzione alimentare mondiale dipende dagli insetti impollinatori. Sebbene il vento favorisca l'impollinazione, tra il 60% e il 90% delle piante selvatiche necessita dell'aiuto di insetti impollinatori, come le api, per riprodursi. E per parlare il linguaggio economico dei nostri modelli attuali, secondo l'ONG Greenpeace, l'impollinazione rappresenta 265 miliardi di dollari di servizio reso nel mondo.

Infatti, la produzione mondiale di miele all'anno ammonta a circa 1,6 milioni di tonnellate, con circa 81 milioni di alveari attivi in ​​tutto il mondo (rapporto maggio 2019 della Piattaforma intergovernativa di scienza e politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES)).

Se queste cifre sono impressionanti per la loro scala, sono in parte spiegate da un fenomeno storico dell'inserimento delle api. Quest'ultima, contrariamente a quanto si pensa, non risale a ieri, perché già nel medioevo l'uomo sfruttava le arnie in città. Negli ultimi decenni, in particolare a causa del riscaldamento globale, molti scienziati stanno lanciando l'allarme sull'urgenza di conservare la biodiversità. È quindi in un approccio ecologico che il fenomeno dell'integrazione delle api è ripreso ed è in aumento.

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