Si pensi, ad esempio, all'indignazione di certi politici per l'uso da parte di menti critiche delle parole "dittatura" o "tirannia" per la salute...
Tuttavia, la dittatura è davvero fin dall'antica Roma questa sospensione (normalmente temporanea) dei diritti e delle libertà abituali. Uno stato di emergenza o di eccezione che aggira i consueti processi di democrazia e stato di diritto è tecnicamente un regime di dittatura.
E pilotare la cosiddetta risposta a un fenomeno (travisato come hanno dimostrato precedenti presentazioni) da parte di un "Consiglio di difesa" militare, protetto da un segreto che non ha ragione di esistere, è proprio di tirannia. Anche qui nel senso preciso del termine, che descrive la presa del potere esecutivo da parte di una persona o di un piccolo gruppo, mettendo in scacco il normale funzionamento istituzionale.
Tutte queste realtà -già abbastanza problematiche-, hanno richiesto la conoscenza e l'esperienza di una persona come Ariane Bilheran per illuminarci su di esse.
Normaliana, filosofa (con specializzazione in filosofia politica e morale), Ariane è anche dottoressa in psicopatologia. I suoi temi di ricerca in questa disciplina hanno riguardato (tra gli altri) la psicopatologia dell'autorità e della paranoia così come i fenomeni di manipolazione e influenza, sia su piccola che su larga scala.
Vale a dire, prima di quanto ci è successo, aveva tutte le chiavi di lettura e di comprensione necessarie per fare un'analisi precisa e pertinente.
Lo ha fatto pubblicando diverse serie di articoli (tra cui Chronicles of Totalitarianism e Psychopathology of Totalitarianism) e vari libri di riferimento (tra cui ovviamente Le Débat Interdit, scritto in tandem con Vincent Pavan) oltre a rilasciare numerose interviste e conferenze.