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Reincarnare la lotta

Rete internazionaleReincarnare la lotta

Rete internazionale - 28 ottobre 2023

Le immagini del presidente Macron fischiato e fischiato come mai prima d’ora alla cerimonia di apertura della Coppa del mondo di rugby l’8 settembre sono edificanti in quanto rivelano senza mezzi termini l’assurdità di un sistema chiamato “democratico”, in cui le persone sono tenute a sottomettersi un potere manifestamente illegittimo con il pretesto mediatico che il loro rappresentante sarebbe stato “(rie)eletto”. Da chi e come, resta il mistero.

   

Ricordiamolo: il 12 marzo 2020, Macron ha annunciato la fine delle nostre libertà fondamentali di movimento e di riunione condannando un'intera popolazione agli arresti domiciliari a causa della circolazione di un virus respiratorio poco conosciuto, fermando il movimento epidemico dei Gilet Gialli che furono poi banditi dalle strade.

Dalla punizione collettiva alla repressione mirata per i reati di opinione, il popolo francese ha assaporato ancora di più i piaceri totalitari di un regime che solo il privilegio storico del “progresso” separa dalla repubblica delle banane. In nome della sanità statale, è stata l’ideologia securitaria del rischio zero a dover prevalere, schiacciando così ogni esigenza critica a favore della dignità umana: il mondo è stato mascherato, confinato, punto, ridicolmente assoggettato ai suoi padroni maghi.

Se lo smartphone è l’oppio dei popoli – che monopolizza le mani e l’attenzione fin dalla più tenera età – questo periodo di crisi liberticida avrà consentito ai nostri leader di garantire un’accelerata virtualizzazione del mondo e delle relazioni umane, dove il telelavoro è diventato la norma, e telecombat una triste inevitabilità per i combattenti della resistenza in gilet gialli, gettati in una nuova società: quella dell’ipercontrollo e dell’onnisorveglianza.

Ciò che questa autorità teme soprattutto è l’indipendenza dei suoi cittadini. L'indipendenza produttiva degli artigiani e dei piccoli imprenditori, alla quale molteplici imposte e successivi confinamenti dovettero porre fine; e l’indipendenza di pensiero, che i media colonizzati – promotori della stupidità commerciale e della mediocrità culturale – finirebbero per criminalizzare.

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