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Di fronte al terremoto in Siria, l'Occidente rivela il suo volto disumano

Rete internazionaleDi fronte al terremoto in Siria, l'Occidente rivela il suo volto disumano

Rete internazionale - 11 febbraio 2023

Il terremoto che ha colpito la Siria ha fornito la prova – se ce ne fosse bisogno – che l'Occidente è di fatto privo di umanità e che è il primo a violare i valori che pretende di difendere e promuovere.

   

A questa fredda insensibilità si aggiunge un'ipocrisia nelle parole e nei fatti che l'Occidente non si preoccupa più nemmeno di nascondere.

Ha mostrato, a tutti coloro che sono ancora disposti ad ascoltare e vedere onestamente, che la politica dei doppi standard è al centro della sua azione e che non esita a politicizzare qualsiasi evento, anche se si tratta di una tragedia umana a il culmine del terremoto che ha colpito la Siria all'alba del 6 febbraio, e che ha ucciso almeno 3000 persone. Un bilancio destinato ad aumentare perché centinaia di corpi sono ancora sepolti sotto le macerie.

Agli occhi dell'Occidente i morti e le terribili distruzioni che hanno colpito cinque province siriane non hanno lo stesso valore delle vittime e dei danni in Turchia. Si tratta però dello stesso terremoto che ha colpito contemporaneamente i due paesi vicini.

Con la Turchia, i Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa in testa, hanno mostrato un generoso sfogo di solidarietà. E, adattando l'azione alla parola, hanno inviato, senza indugio, squadre di soccorritori, personale medico, mezzi di soccorso, aerei cargo carichi di razioni alimentari, medicinali, coperte e tende.

I leader di questi paesi hanno chiamato il presidente Recep Tayyeb Erdogan per porgere le loro condoglianze ed esprimere il loro sostegno.

Le sanzioni occidentali hanno ferito il popolo siriano

Con la Siria non è successo niente di tutto questo. Tuttavia, dei due Paesi colpiti dal terremoto, è la Siria che ha urgente bisogno di aiuti massicci e diversificati. La Siria è un Paese sull'orlo della carestia a causa delle sanzioni americane ed europee decretate unilateralmente, senza mandato delle Nazioni Unite, e che tutti i Paesi del pianeta sono chiamati ad applicare alla lettera pena l'essere essi stessi passibili di sanzioni.

Di tutte queste sanzioni, la Caesar Law è la più ingiusta e disumana, in quanto vieta virtualmente tutte le transazioni commerciali e finanziarie con individui ed entità siriane.

A causa di queste sanzioni, la maggior parte delle compagnie aeree non osa più servire l'aeroporto di Damasco o altri aeroporti del paese, il che impedisce la consegna di aiuti di emergenza alla Siria.

Molto rapidamente, le autorità siriane si sono rese conto dell'entità del disastro e hanno lanciato un appello per l'assistenza internazionale.

Martedì, durante una conferenza stampa a Damasco, il direttore della Mezzaluna Rossa siriana, Khaled Haboubati, ha invitato l'Unione Europea (UE) a revocare le sanzioni contro Damasco. Ha anche chiesto all'Agenzia statunitense per lo sviluppo (Usaid) di "fornire assistenza al popolo siriano".

L'ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bassam Sabbbagh, ha assicurato che gli aiuti internazionali andranno "a tutti i siriani del territorio", lasciando intendere che anche le regioni che ancora sfuggono al controllo di Damasco, come Idleb e il nord di Aleppo, beneficeranno da questo aiuto.

Bassam Sabbbagh si è impegnato con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha incontrato a New York, a "facilitare tutte le procedure necessarie affinché le organizzazioni internazionali forniscano aiuti umanitari" in risposta al terremoto.

Anche i vertici delle Chiese cristiane in Siria hanno chiesto la revoca delle sanzioni per consentire l'invio di aiuti internazionali.

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